«Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte. Mai dimenticherò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.»
(E. Wiesel)
In un non-luogo, in una dimensione senza tempo, le vite di persecutori e vittime si intrecciano e, giorno dopo giorno, si spogliano della loro umanità.
Ad Auschwitz il dolore innocente ebbe il volto particolare di milioni di ebrei, di zingari, di slavi, di omosessuali e di resistenti politici. Ad Auschwitz l’umano fu annientato in quanto volto diverso dal nostro.
Per questo il messaggio che ne viene oggi, la terribile lezione di quel luogo si fa universale. Come scrisse Primo Levi che all’inferno di Auschwitz sopravvisse e ne rese altissima testimonianza: l’odio nazista , forse, non possiamo capirlo, ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce, e stare in guardia. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.
Uno spettacolo per rivivere la pagina più buia del nostro recente passato, perché meditare su quanto è avvenuto è un dovere di tutti.
(per scuole medie e superiori)