Viene messa in scena una delle commedia più brillanti del premio Nobel Dario Fo che nelle sue opere teatrali è sempre riuscito a trovare una sintesi mirabile fra la comicità più divertente e popolare, nell’accezione più alta del termine, e la satira sociale che si intravede anche dietro le trovate più divertenti.

In questo caso assistiamo all’apoteosi “dell’equivoco” che Dario Fo definisce “INGHIPPO” e rappresenta il filo conduttore di tutta la commedia ambientata in un’Italia degli anni ’70. È l’equivoco che muove la trama; svela i personaggi che si differenziano soltanto perché appartenenti a diverse classi sociali, ma non certamente per moralità, correttezza e virtù e li fa giocare in un sottile intreccio tra realtà e farsa.

Scritta da un giovanissimo Dario Fo nel 1958, la commedia, modernizzata nell’allestimento,  presenta ancora molti spunti che la rendono attualissima. Filo conduttore della vicenda narrata in questa rappresentazione teatrale è un “topo di appartamento” marcato stretto dalla moglie che, assieme ad una doppia coppia stanca della monotonia quotidiana, rendono lo spazio scenico ricco di esilaranti “equivoci”…

Il meccanismo teatrale appartiene alla tradizione del teatro comico borghese. Si intravedono echi del vaudeville che tuttavia si intrecciano ad una critica sociale del tutto assente nel modello francese. Uno spettacolo molto divertente, ricco di colpi di scena, le cui vicende però suscitano  risate agrodolci.

Rivolto ad un pubblico prevalentemente adulto, la piece necessita di uno spazio teatralmente attrezzato.