Il Teatro CaraMella rende omaggio alla grande scrittrice Natalia Ginzburg mettendo in scena una rivisitazione di uno dei suoi testi più interessanti: L’inserzione, una commedia del 1965 sul mondo femminile e sul confronto-scontro con quello maschile, sempre investigato dall’autrice con acume ed ironia.

Ne è nato “Tossico Familiare” che riprende e rilancia i temi cari alla Ginzburg: la ciclicità di una situazione di coppia che torna continuamente a ritorcersi su se stessa come una spirale senza via di uscita; il linguaggio che, pur asciugato e contenuto, mantiene inalterata la colloquialità del cicaleccio tipico dell’autrice; la presenza vitale di una ragazza giovane che scompagina la vita di una coppia adagiata su una malsana ripetitività. Uno spettacolo con una visione contemporanea, nel quale riso, rabbia, disperazione e dolcezza si alternano continuamente, con uno sguardo a Nietzsche ma anche a Inside out. Una rappresentazione che è una critica non troppo velata alla società dei nostri giorni, basata sullo spreco e sull’impossibilità di vivere pienamente, dopo aver abbandonato le forti radici rurali per sostituirle con un’esistenza vuota e priva di significato nella continua ricerca di una felicità impossibile da realizzare all’interno di noi stessi.