Gli anni Cinquanta sono stati per il nostro paese un momento cruciale di trasformazione: il passaggio rapidissimo da una cultura contadina ancora legata alla terra, ai suoi ritmi e valori, al consumismo edonistico degli anni seguenti, in cui tutto si creava si distruggeva ad un ritmo martellante. Il nuovo spettacolo del Teatro CaraMella vuole proprio mettere l’accento su questo aspetto utilizzando come spunto di partenza un romanzo di Giovanni Arpino, La suora giovane da cui gli attori impegnati nello spettacolo hanno liberamente tratto la sceneggiatura teatrale, frutto di un laboratorio specifico.

Nella storia d’amore impossibile fra un ragioniere di mezza età ed una giovanissima novizia in attesa di prendere i voti definitivi, si intrecciano tutte le contraddizioni di una società al bivio: dal conflitto di carattere al conflitto sociale, dalla tradizione alla modernità, da un mondo che sta scomparendo ad uno che deve ancora nascere. Il tutto attraverso una leggerezza di toni e di atteggiamenti che rendono questo spettacolo una delicatissima trina di parole e musica, con le canzoni di anni lontani, ormai dimenticate, eseguite dal vivo.

Uno spettacolo per riflettere, senza nostalgia ma con precisa lucidità, su ciò che eravamo e ciò che siamo diventati, ma anche una delicatissima storia d’amore, pieno di dolcezza e pudore contro un mondo che ormai non si vergogna più di niente.