Lo spettacolo è tratto dall’omonima piece di Tennessee Williams, ridotta per trasformarla in un atto unico. Alcuni personaggi, tipici di un mondo ormai votato solo al successo economico, si muovono sull’infido terreno di uno scontro famigliare per l’eredità di un padre dispotico. La loro ambiguità e il morboso intreccio di legami portano all’aridità ed alla solitudine. Non è facile comprendere le motivazioni di un agire che non ha un solo scopo, ma serpeggia continuamente fra sentimento, calcolo e inconscio. L’unità di luogo e di tempo del testo lo rendono simile, nella sua brutalità, ad una tragedia classica ed è in quest’ottica che si muove la lettura del gruppo: una tragedia moderna in cui gli dei antichi hanno lasciato il posto al monoteismo del denaro. Il testo è stato pertanto sfrondato di ogni digressione rispetto all’azione principale, per non lasciare allo spettatore la possibilità di tirare il fiato nel seguire il testo che propone, come fine ultimo, una riflessione sulla morte e sul senso della vita.