La maternità e la religione sono strettamente collegate: fin dalle prime comunità umane la capacità generativa della donna è sempre stata equiparata all’attività creatrice della divinità, anche se l’evoluzione storica ha dato origine a deità principalmente maschili, oscurando la femminilità.

Questo è stato il punto di partenza per il Teatro CaraMella nel suo percorso di ricerca che vuole esplorare il rapporto fra la maternità e la religione utilizzando il suo mezzo congeniale che è il teatro.

L’obiettivo non è quello di una trattazione sistematica di un argomento così vasto e profondo, ma di fornire al pubblico suggestioni poetiche che stimolino un momento di riflessione e di raccoglimento.

Lo spettacolo è diviso in due parti: nella prima si affronteranno miti pre-cristiani legati alla femminilità. Dal mondo induista con lo splendido INNO ALLA CREAZIONE del Rig Veda, alla poetica favola di KRISHNA E LE PASTORELLE, si passerà al mito greco del RAPIMENTO DI PERSEFONE, per spingerci nell’antico Egitto con l’INNO A ISIDE e nelle civiltà precolombiane con la PREGHIERA INCA per sottolineare come la figura della MADRE DI DIO sia presente in tutte le civiltà di tutte le latitudini, con elementi incredibilmente ricorrenti.

Nella seconda parte, la proposta si rivolge a Maria, madre di Gesù, soffermandosi sulla sua figura di donna e di madre.

I testi scelti non provengono dalle Sacre Scritture, ma vogliono evidenziare alcune interpretazioni che grandi scrittori e poeti ci hanno offerto sulla MADRE DI DIO.

I MISTERI del grande poeta cristiano Peguy, la VIA CRUCIS di Mario Luzi, l’intensissimo DONNA DEL PARADISO di Jacopone da Todi e il meraviglioso DIALOGO DI SUSANNAH E MARIA DI NAZARET rappresentano i punti forti di questo denso e profondissimo percorso.