Un faro abbandonato su un’isola: una coppia di anziani attende gli ospiti di una conferenza, e lentamente rivela la propria piccola realtà di illusioni, tenerezza, delirio e soprattutto silenzio. I due sono infatti circondati da una ressa di figure inesistenti e da rumori di sottofondo, senza che nulla avvenga realmente, perché in questa farsa tragica, dove si ride con angoscia, il nodo centrale è esorcizzare la paura, la disperazione…
Questo lo scenario di uno dei testi più famosi di Ionesco, grande protagonista di quella corrente novecentesca che è stata denominata Teatro dell’assurdo. In realtà le scelte dell’autore obbediscono alla finalità di destrutturare la drammaturgia tradizionale per far emergere le contraddizioni della società in cui siamo immersi.
Scritta nell’ormai lontano 1952, questa piece, come spesso succede ai grandi autori, è in grado di anticipare il futuro e rappresentare la solitudine dell’uomo moderno, perduto nell’incapacità di stabilire una vera relazione con gli altri. Come non leggere ne Le sedie la prefigurazione del mondo social, con la possibilità di rapportarsi con l’intera umanità ma nello stesso tempo essere incapaci di una vera comunicazione?
L’altro tema portante del testo di Ionesco è la critica al totalitarismo della politica. Scritta immediatamente dopo la tragedia del nazifascismo, in pieno stalinismo, ancora adesso ci mette in guardia contro i pericoli che la fragile democrazia si trova ad affrontare.
E’ uno spettacolo complesso ma affascinante, reso benissimo dal gruppo dei Giovani Adulti del Teatro CaraMella che non hanno avuto alcun timore nell’affrontare temi così profondi.
La messa in scena di questa piece richiede uno spazio teatrale attrezzato.